San Gennaro e il sangue miracoloso: speranza che scorre e anima che si rinfranca.

San Gennaro e il sangue miracoloso: speranza che scorre e anima che si rinfranca.

Ormai ogni napoletano che si rispetti sa perfettamente che il mese di settembre non è quello del solstizio di autunno, del ritorno alla propria routine o di rientro in campo del Napoli…o quantomeno non solo. 

Infatti se c’è una cosa che il mese di settembre non può proprio mancare è il miracolo di San Gennaro.


Scopriamo insieme qualche curiosità sul santo patrono per eccellenza di Napoli, il quale continua a mantenere anno dopo anno una sorta di primato in termine di apprezzamento, spiccando tra ben 52 patroni della città Partenopea.


Contrariamente a quello che si possa pensare, Gennaro non è il nome del patrono, bensì il cognome. Appartenente ad una famiglia gentilizia della gens Januaria, quindi dal latino “Ianuarius“ infatti, si pensa che potesse chiamarsi (di nome) Procolo.
Per noi affezionati resta comunque “faccia gialla” o meglio facciangialluta”, un richiamo all’inconfondibile colore del busto del santo realizzato in oro giallo.


Se proprio vogliamo essere precisi il miracolo di San Gennaro avviene tre volte l’anno, non solo durante il mese di settembre. 

Abbiamo una prima liquefazione a maggio, più precisamente il primo sabato del mese, preceduta da processione del busto di San Gennaro.
Dopodiché proseguiamo con la seconda, probabilmente quella più conosciuta del 19 settembre, data scelta non a caso per rammentare il martirio del santo con una cerimonia che si tiene nel Duomo di Napoli.
E infine concludiamo il 16 dicembre con la terza durante la Festa del patrocinio di San Gennaro, volta a mantenere vivo il ricordo dell’eruzione del Vesuvio del 1631, interrotta grazie all’intercessione del Santo.




Ad oggi non vi sono delle forti certe quando parliamo del luogo di nascita e della provenienza sociale del patrono. Tuttavia le più attendibili affermano che sia nato a Benevento, di cui divenne anche vescovo, ma non si sa bene se da una famiglia molto povera o mediamente agiata.
Fatto sta nel corso dei secoli, i fedeli non hai mai smesso di considerare l'evento correlato a tale figura come un segno di protezione e quindi di conseguenza una sorta di buon auspicio per la città.

Molto interessante inoltre è la posizione della chiesa che non riconosce questo accadimento come vero e proprio miracolo, tuttavia lo ritiene scientificamente non motivabile e quindi ne approva la venerazione di tipo popolare.
Per quanto riguarda la scienza però sono state avanzate diverse ipotesi, prima fra tutte quella inerente al fenomeno della tixotropia, secondo il quale attraverso agitazione o vibrazione alcuni fluidi riescano a passare da stato solido a liquido.

Tra le volte più memorabili in cui il sangue non si è sciolto ricordiamo: il 1980, anno in cui si verificò il devastante terremoto dell’Irpinia, il 1973 la città di Napoli fu flagellata da una violentissima epidemia di colera e il 1939 e il 1940, anni che videro l’Italia entrare in guerra.

Il miracolo di San Gennaro è un momento di grande importanza per la città di Napoli e per i suoi abitanti. Rappresenta una connessione profonda tra la fede e i partenopei e offre ogni volta speranza e rinnovamento spirituale.
Quale modo più appropriato di concludere se non con la tipica "San Gennà piensace tu!", espressione dialettale che riflette la forte devozione e la fede nella protezione di San Gennaro, tratto distintivo di una Napoli che non vede l'ora di accoglierlo.